Dopo la Manifest’Azione di Acqualunga è avvenuta quella presso la Sala Celeste di Lonato, in provincia di Brescia. Quello che segue è un altro manifesto, da oggi libero di viaggiare in etere, scritto da Paolo Signori (Alcide Bava).
La poesia non deve essere letta in pubblico.
La poesia è un atto intimo, privato. Un attimo.
È una scintilla che buca il buio.
È un’orma irregolare sulla neve.
La poesia non deve essere letta in pubblico.
È una ruga tonda su una fronte secolare.
Una sillaba che svela il vuoto.
Una goccia di resina sul tronco di una quercia.
La poesia non deve essere letta in pubblico.
La poesia è una nuvola impigliata alla cima di un albero.
La poesia è l’angolo arricciato di una pagina ingiallita.
La poesia è la ruggine su una maniglia d’oro.
La poesia è l’ultima stella,
Quella che svanisce al termine della notte.
La poesia è un bacio sul collo.
È il momento in cui si spezza il cuore.
È la fiamma di un cerino che da’ vita ad un incendio.
La poesia è il tratto della penna.
La lama del coltello.
Il frammento infranto di un vetro.
La poesia cattura l’eterno.
La poesia è un fatto privato.
È la moneta dell’anima.
La poesia non deve essere letta in pubblico.
La poesia è un gomitolo.
Deve essere letta al buio di notte a bassa voce al proprio gatto sulla sedia a dondolo.
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La poesia deve essere letta in pubblico.
Deve essere scoperta.
La poesia è una pentola in costante stato
D’ebollizione.
La poesia è un pomodoro
Rosso d’amore
Da spiaccicare in faccia ai potenti.
La poesia è un atto rivoluzionario.
È la bandiera del cittadino libero.
La poesia vive di libertá.
La poesia é la saetta folgorante in un cielo limpido.
È una nota di latta su un pentagramma in fiamme.
La poesia è lotta con classe.
La poesia è trasformare l’acqua in vino.
È zappare la terra e seminare sogni.
La poesia è la dialettica del fare contro la
Politica del dire.
La poesia deve essere letta in pubblico.
La poesia non deve essere letta in pubblico.
La poesia è contradditoria.
Si genera per contrasto.
Sorride agli estremi.
Le piace tacere.